Il Foro
Vero e proprio “centro dei servizi”, il foro era il cuore della vita commerciale, politica e religiosa della città romana e del suo territorio.
Il foro era solitamente posto all’incrocio tra il cardine e il decumano massimo, o nelle immediate vicinanze, in modo che fosse facilmente raggiungibile da ogni parte. Gli edifici che si affacciavano sullo spazio forense erano funzionali alle diverse attività e avevano come modello quelli della capitale.
A Libarna il foro si apriva in posizione tradizionale, presso l’incrocio tra le due vie principali. Molto poco sappiamo del suo assetto, in quanto è stato oggetto solo di limitate ricerche (1911) che hanno permesso di individuare l’area, di forma all’incirca quadrata ed estesa quattro isolati. La presenza di un portico meridionale, per l’ampiezza, potrebbe far ipotizzare un suo utilizzo come basilica, al modo di altri centri (Luni, Oderzo). Un arco quadrifronte probabilmente monumentalizzava lo snodo delle strade all’ingresso settentrionale, regolamentando il traffico dei veicoli che, per la chiusura della piazza, dovevano aggirare il complesso verso sud, probabilmente lungo il cardine minore orientale, la cui lastricatura pare più resistente rispetto alle altre strade minori. È da rilevare la presenza nella piazza di una fondazione a pianta rettangolare accanto al portico sud, forse il basamento di un tempio.
Una iscrizione, databile alla metà del I secolo d.C., ci informa del fatto che un benefattore locale (Caius Atilius Bradua) lastricò a sue spese la piazza.
All’inizio del processo di romanizzazione, attuato attraverso la fondazione di colonie e la trasformazione dei centri preesistenti in municipi, nei Fori (come nel Foro Romano) si trovavano il Comizio, uno spazio in cui i cittadini eleggevano i propri rappresentati amministrativi, e la Curia, sede delle riunioni del Senato locale. Normalmente vi era un tempio, Capitolium – a immagine di quello di Roma, dedicato alla triade capitolina: Giove, Giunone, Minerva – o edificio di culto di una divinità particolarmente cara ai coloni (a partire dall’età giulio-claudia a esso poteva affiancarsi un tempio del culto imperiale). Certamente c’erano botteghe (tabernae).
Con l’andare del tempo, man mano che la città ebbe necessità di altri servizi, in perfetto aggiornamento con quanto avveniva nella capitale, si costruì la Basilica, uno spazio chiuso, dove poter svolgere varie attività pubbliche (tra le quali l’amministrazione della giustizia) e trasferire le attività commerciali in caso di maltempo.
Dal II secolo a.C. portici rettilinei bordarono la piazza, conferendo al complesso forense un aspetto ordinato e unitario.